Nasce a Lodi nel 1901. Trasferitosi a Bologna, nel 1927 diviene Direttore del quotidiano cattolico locale «L’Avvenire d’Italia». La sua attività giornalistica prosegue anche nel corso del Ventennio poiché la linea editoriale del periodico da lui diretto non palesa ostilità nei confronti del regime focalizzando l’attenzione su tematiche teologiche e indicando nel bolscevismo il vero nemico dell’Europa. Con l’ingresso nel secondo conflitto mondiale il giornale entra nelle maglie della censura fascista per avere assunto una linea di ferma condanna contro le violenze belliche. Dopo l’8 settembre la pubblicazione è sospesa e i locali della sede divengono luogo di incontro dei rappresentanti di diverse forze politiche, fra cui anche Giuseppe Dozza che palesa una rassicurante posizione circa l’atteggiamento comunista nei confronti delle forze confessionali italiane.
Attivo nella lotta di Liberazione, s’impegna per la partecipazione del mondo cattolico nel Comitato di Liberazione Nazionale. «L’Avvenire d’Italia» riprende le pubblicazioni nel settembre 1945.
Iscritto alla Democrazia Cristiana, è eletto Deputato all’Assemblea Costituente e conserva la carica per le prime tre legislature. Dal febbraio 1954 al luglio 1955 è Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel governo Scelba, con delega per la Stampa e le Informazioni.
Nel 1960 abbandona la carriera politica, accettando l’invito del pontefice Giovanni XXIII alla direzione de «L’Osservatore Romano». Carica che mantiene fino al 1978.
Muore a Roma nel 1988.