Nasce a Faenza nel 1912. Inizia a frequentare la parrocchia di Santa Maria in Porto quando con la famiglia si trasferisce a Ravenna. Studente di Medicina, partecipa alle riunioni di Azione Cattolica e si forma nell’ambiente antifascista dell’oratorio di Don Sangiorgi, dove conosce Arrigo Boldrini. Reggente della Federazione Universitaria Cattolica Italiana e Presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, si distingue come membro di spicco della nuova leva cattolica.
Arruolato come tenente medico, partecipa alla Seconda Guerra Mondiale sul fronte balcanico. Fatto prigioniero dopo l’Armistizio, è condotto via nave a Venezia da dove riesce a fuggire per tornare a Ravenna. Da questo momento entra in clandestinità e assume il nome di “Tommaso Moro”. Leader del gruppo cattolico, diviene anche presidente del Comitato di Liberazione Nazionale provinciale.
Alla fine del conflitto entra nelle file della Democrazia Cristiana (DC). Eletto all’Assemblea Costituente, il suo contributo si lega al progetto dell’articolo 131 e ad alcune interrogazioni in materia fiscale.
Eletto deputato nel 1948, negli anni successivi ricopre numerosi incarichi e fa parte di molte commissioni parlamentari. Sottosegretario di Stato al Lavoro e alla Previdenza Sociale (1958-59), è Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale (1959-60) e Ministro dei Lavori Pubblici (1960-62).
Dal 1969 al 1980 ricopre la carica di Presidente e poi di Segretario della DC. La sua leadership coincide con una fase di rinnovamento, e tuttavia l’uccisione di Aldo Moro, il fallimento del compromesso storico e la stagione degli attentati rappresentano un grosso colpo per il partito.
Nel 1983 viene eletto al Senato dove rimane per tutto il resto della sua vita.
Muore a Ravenna nel 1989.