Nasce a San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna nel 1871. Diplomato presso l’istituto tecnico locale si distingue per la sua passione per il giornalismo. Mentre è ancora studente dirige «L’Eco di Persiceto», per poi passare al quotidiano bolognese «Il Resto del Carlino» (1888). Nel 1891 si trasferisce a Rovigo, dove inizia la collaborazione con il quotidiano monarchico «Corriere del Polesine» di cui diventa direttore nel 1893. Passato al «Corriere della Sera» nel 1898, nel 1901 segue le sollecitazioni di Sidney Sonnino e fonda il «Giornale d’Italia», vicino all’ala conservatrice della destra storica antigiolittiana. Ne resta direttore sino al 1923.
Inizialmente favorevole alla collaborazione tra liberali e fascisti è vittima di un’aggressione squadrista nel 1924. Costretto ad abbandonare la carica di presidente della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI), nel 1926 è espulso dall’ordine dei giornalisti e abbandona la vita pubblica.
Nel 1942, con Benedetto Croce, è tra i promotori del Movimento di ricostruzione liberale. Nel 1944 riottiene per breve tempo la presidenza della FNSI ed è tra i fondatori della Concentrazione nazionale democratico-liberale (confluita nel 1946 nel Partito Liberale Italiano).
Di fede monarchica, è eletto all’Assemblea Costituente nel gruppo misto, prima di ricevere la nomina a senatore di diritto per la I legislatura.
Riottenuta nuovamente la presidenza della FNSI (1956), Bergamini si distingue per la difesa dell’autonomia del giornalismo dalla politica.
Muore a Roma nel 1962.