Nasce a Mercato Saraceno, in provincia di Forlì-Cesena, nel 1891.
Sin da giovane è vicino alle associazioni cattoliche giovanili locali e si distingue in occasione delle lotte contadine per il rinnovo dei patti agrari nel biennio 1911-12. Compiuti gli studi liceali presso il Seminario di Faenza, s’iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Bologna, dove entra in contatto con numerosi intellettuali, eredi dell’esperienza di Romolo Murri.
Da volontario partecipa, coi gradi di tenente di fanteria, alla Prima Guerra Mondiale. Prigioniero in un campo austriaco, al termine del conflitto accoglie le istanze di Don Luigi Sturzo ed è tra i fondatori del Partito Popolare Italiano nel forlivese, di cui diviene Segretario provinciale.
Sono anni difficili. Come Segretario della Federazione contadina, membro della dirigenza nazionale della Confederazione Generale del Lavoro, direttore della «Rivista Agricola Romagnola» e parlamentare eletto nella circoscrizione forlivese (1921 e 1924), è un personaggio impegnato e molto esposto: numerose volte vittima della violenza fascista.
Dichiarato decaduto dal Parlamento nel 1927, subisce la devastazione del suo studio a Forlì e l’incendio della casa. Torna alla vita pubblica solo alla caduta del regime. Dopo un breve periodo di reclusione nel dicembre 1943, è nominato membro del Comitato di Liberazione Nazionale in rappresentanza della Democrazia Cristiana (DC).
Alle elezioni del 2 giugno 1946 è eletto all’Assemblea Costituente. Deputato del gruppo parlamentare democristiano, è senatore di diritto per la I legislatura, e senatore eletto nella II e nella III.
Sottosegretario al Tesoro con delega ai danni di guerra nel governo De Gasperi III, è Ministro delle Poste e Telecomunicazioni dal 1955 al 1957, durante il primo Governo guidato da Antonio Segni.
Muore a Faenza nel 1959.