Nasce a Maglie in provincia di Lecce nel 1882. Studente promettente, a vent'anni consegue la laurea in Lettere alla Normale di Pisa; a ventisette è già professore universitario. Nel 1919 si trasferisce a Genova, qui aderisce al Partito Popolare Italiano e diviene l'uomo di punta del partito in Liguria.
Nel 1921 viene eletto alla Camera. Dopo il delitto Matteotti, dà vita al primo Comitato antifascista e poi al gruppo clandestino Tempesta. Il suo attivismo non sfugge alle autorità fasciste: già dal 1927 risulta schedato come «antifascista» e «noto oppositore».
All’indomani del 25 luglio 1943 si fa promotore di un manifesto apertamente antifascista del quale è chiamato a rispondere di fronte alle autorità repubblichine. Con ordine immediato è sospeso dall'ufficio, escluso dall'insegnamento e privato dello stipendio.
Già ultrasseantenne prende, allora, la via dei monti e si unisce alle formazioni partigiane del Nord Emilia. Nell'estate del 1944 il “Professor Prussia” (il suo primo nome di copertura, poi cambiato in “Poe”) è chiamato a far parte del Comando italo-britannico per il coordinamento delle brigate attive nell'area dell'alta Val Taro. È anche Commissario politico del Comando Unico Operativo per la Provincia di Parma. Alla Liberazione entra a Parma, alla testa delle formazioni partigiane locali.
Durante il I Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana (1946) prende posizione a favore della soluzione repubblicana. Eletto all'Assemblea Costituente, non manca di esprimere la propria preoccupazione per la scarsa attenzione rivolta alla questione della vita morale e culturale del popolo italiano.
Muore a Genova nel 1948.